Raccogliamo per voi Erbe Spontanee di montagna certificate biologiche!

Il nostro agro-ecosistema biologico, così ricco in biodiversità è una formidabile risorsa. 

Dove il terreno è troppo scosceso e dove, a rotazione, gli appezzamenti restano incolti, si sviluppano erbe spontanee tipiche della montagna

 

Come da tradizione montanara, ci accingiamo a raccogliere queste erbe spontanee, rigorosamente a mano e secondo gli antichi saperi alimurgici delle genti Cimbre. 

Mettiamo in vendita le nostre raccolte già pulite e fresche di giornata oppure essiccate.

Sia la raccolta che l’eventuale processo di essiccazione sono effettuati presso la nostra azienda sita a Canove di Roana, a circa 1000 m, sull’Altopiano di Asiago Sette Comuni.

 

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Scopri le erbe ed i fiori certificati biologici disponibili:

 

Tarassaco 

Fresco in insalata, ripassato in padella, lessato…i sapori della Montagna Biologica e Sostenibile a tavola!

Magicamente accade che i prati ed i pascoli dell’Altopiano dei Sette Comuni in primavera, si tingano del colore del sole. Questo giallo acceso ed il delicato profumo appartengono al Tarassaco (Taraxacum officinalis). Una pianta spontanea usata sia in cucina che nella farmacopea popolare, ricca di vitamine e di sali minerali. 

La raccolta nei nostri appezzamenti avviene prima e durante la sua fioritura ed interessa la pianta giovane ovvero la rosetta basale, fresca e tenera, leggermente amara, adatta al consumo sia crudo che in cottura.

Non solo tarassaco, ma tante altre giovani cicorie selvatiche vengono raccolte per la preparazione di un mix di erbe spontanee dal sapore di montagna inconfondibile e che sa donare benessere al nostro fisico.

Raccogliamo inoltre i fiori gialli del tarassaco ottimi in pastella, per la decorazione dei piatti o per la preparazione del finto miele! 

Ortica

Le specie vegetali presenti sono come un diario che ci racconta il passato ed il presente dei nostri appezzamenti.

Un tempo alcuni degli appezzamenti della Biofattoria Bisele furono dediti al pascolo. Quando qui, presso La Cattedra, la rinomata scuola di agricoltura di montagna era attiva vennero ospitati oltre 600 capi bovini.

Per questo motivo ancora oggi in alcuni siti è possibile incontrare molte ortiche (Urtica dioica), specie nitrofila amante dei luoghi ricchi di azoto.

Di questa pianta raccogliamo le foglie giovani.

Le ortiche contengono molti sali minerali, soprattutto silicio ma anche calcio, fosforo, potassio ed in discreta quantità anche le vitamine A, B1 e B2, la C .e PP).

Le innumerevoli virtù officinali, così come quelle alimentari sono note fin dall’antichità. Le ortiche sono ritenute dalla farmacopea popolare: diuretiche , emostatiche, astringenti, antianemiche, stomachiche, stimolanti epatobiliari.

Oggi l’ortica viene consumata previa cottura. Un tempo veniva usata anche la pratica di urticazione con piante fresche per curare affezioni delle vie aeree, reumatismi, amenorrea. 

Nei risotti, sulle torte salate, come salsa per gli gnocchi, nella zuppa…un’erba spontanea versatile e dal sapore delicato per portare la montagna in tavola!

L’ortica è acquistabile anche essiccata taglio tisana! 

 

Falsa Ortica

Morfologicamente simili alle ortiche ma non dotati dei peli urticanti. Alla Biofattoria Bisele raccogliamo le foglie giovani delle specie Lamium album dai fiori bianchi e Lamium purpureum dai fiori violacei.

I migliori risultati culinari si ottengono unendole dopo lessate, ad altre piante spontanee, o da sole a mo di spinaci.

Sono ricche di vitamina C, nella farmacopea popolare hanno avuto un utilizzo come astringenti e vaso-costrittori, forniscono giovamento nelle affezioni della proposta e della vescica.

Tra i ricordi degli altopianesi non manca di certo il succhiare il  fiore dalla delicata dolcezza della falsa ortica! E per via empirica si impara che “Il fiore è dolce solo finché non passa l’ape…”. Si tratta infatti di piante molto apprezzate dagli insetti impollinatori.

 

Carletti

Squisitissimi sono i giovani germogli di questa specie (Silene vulgaris).

Da fine aprile raccogliamo i Carletti, o Sciocaroi, nome dialettale altopianese dato dal suono schioccante del fiore a palloncino schiacciato sul palmo della mano.

L’uso delle foglie crude nelle insalate è da consumarsi in maniera limitata per la presenza di ossalati. Dopo cottura, le foglie e i giovani getti possono essere serviti come verdura o diventare squisiti componenti di frittate e minestre. Vitamina C, carboidrati, sali minerali e mucillagini costituiscono il principale apporto nutrizionale di questa pianta.

Silene, deriva da Sileno, divinità greca, maestra di vita e… di abbuffate del goliardico e selvatico dio Bacco. L’etimologia del genere richiama diversi usi ludici della pianta come il fischietto o come sciopet tra le mani.

 

Buon Enrico o spinacio di montagna

Tra i nostri appezzamenti biologici, cresce spontaneamente lo spinacio selvatico, il Buon Enrico (Chenopodium bonus-henricus), di cui raccogliamo i primi germogli e le cime delle giovani tenere piante.

Le foglie verde intenso, il profumo erbaceo ed al tatto una consistenza farinosa lo contraddistinguono. Il suo sapore ricorda quello degli spinaci, ma le piante giovani hanno un aroma dolce con note torbate, più avanza la stagione di raccolta e più il sapore diventa amarognolo. 

Le foglie sono edibili sia crude che cotte e contengono diversi sali minerali, come il ferro, carboidrati e sostanze proteiche e vitamine come la A e la B1 e B2, la C e la K.

In Altopiano viene chiamato “farinela” perchè al tatto la pagina inferiore delle foglie fresche rilascia una polvere che ricorda la sensazione di farina tra le mani. Il nome scientifico del genere Chenopodium deriva dal greco piede d’oca (chen – chenos = oca e pous – podòs = piede) e richiama la forma delle foglie.

Quest’erba spontanea viene fornita solo fresca.

 

Menta selvatica

Quando nelle giornate estive si fa visita all’ex vivaio forestale Ambrosini, lungo il percorso B come Bosco, dapprima si viene avvolti da un inebriante profumo balsamico di abete per poi essere pervasi dal fresco sentore della menta selvatica (Mentha longifolia) che copre una radura come un rinfrescante tappeto.

Dopo la raccolta delle giovani piante, la menta selvatica è disponibile in vendita sotto forma di essiccato, taglio tisana. 

La menta selvatica così essiccata può essere usata in cucina, negli infusi, per aromatizzare un olio o per autoprodursi un oleolito che nella farmacopea popolare presenta ottime proprietà contro il mal di testa. Assunta per via orale la menta presenta anche un’azione digestiva, aiuta a combattere i sintomi dell’intestino irritabile e ad alleviare la pancia gonfia, nausea e dolori addominali. La menta è anche ottimo rimedio contro i dolori muscolari e articolari, il raffreddore e la tosse.

Il nome generico Mentha deriva dal greco “Mintha”. Una ninfa dei fiumi che, secondo Ovidio,  venne trasformata in una pianta insignificante da Persefone dopo aver colto in atteggiamenti amorosi lei ed il marito Ade, dio degli inferi.  Ade nulla poté sulla  trasformazione subita, ma fece in modo che calpestando la pianta, essa emanasse la sua vera bellezza sotto forma di aroma.

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Il processo di essiccazione è interno all’Azienda?

Alla Biofattoria Bisele con l’essiccazione la tradizione incontra l’innovazione. Siamo dotati di un locale dedicato buio, ventilato e con cassetti a griglie. Un processo SMART di tecnologia 4.0, ad alta efficienza energetica, che garantisce l’igiene e mantiene ottime caratteristiche organolettiche.

Oltre alle erbe e fiori spontanei vengono essiccati in azienda anche lavanda, fragole, lamponi, luppolo, ecc. piante che coltiviamo con cura a metodo biologico alla Biofattoria Bisele! 

La durata di essiccazione dipende dalla tipologia di prodotto.

 


Perchè acquistare erbe spontanee certificate biologiche?

Siamo ciò che mangiamo, diceva il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, riscoprire l’antica arte dell’alimurgia e nutrirsi di piante spontanee può sembrare sempre una scelta alimentare sostenibile e sana, va considerato però, come il sistema agricolo e di conseguenza anche la componente selvatica ad esso annessa, siano mutati.

Si consideri che in ambito montano la prevalenza di zone aperte è tale perché l’agricoltore su queste ci lavora: alleva bestiame al pascolo, coltiva e falcia il prato. È qui che crescono diverse specie vegetali edibili e tale contesto prende il nome di agro-ecosistema.

La gestione agricola di tali territori, anche montani,  influenza la tipologia e presenza di specie vegetali e influenza la composizione del suolo a livello di micro e macro elementi, a cui le piante attingono e di comunità microbica.

Il sistema di certificazione biologico prevede controlli periodici anche sul terreno, è un metodo che ha come presupposto di base il rispetto e la cura per la Terra. 

Alla Biofattoria Bisele, non sono presenti residui di prodotti di sintesi, la concimazione avviene solo con prodotti naturali, come il letame, nel rispetto delle linee guida vigenti, ovvero con apporti che sono la metà rispetto al sistema convenzionale in quest’area. 

Inoltre, in parte, i residui delle coltivazioni sono lasciati in campo, così da evitare il depauperamento di risorse del suolo.

L’applicazione di queste pratiche comporta delle percettibili variazioni al paesaggio, rispetto al contesto convenzionale, come una maggiore percentuale di biodiversità selvatica vegetale e animale. 

Alimentarsi di piante spontanee significa alimentari di piante spesso germinate e raccolte in un contesto di agro-ecosistema, un contesto quindi gestito dall’uomo. 

Mangiare biologico non è solo una tendenza, significa anzitutto consapevolezza alimentare e benefici per il nostro corpo e per l’ambiente.


In azienda vengono raccolte tutte le erbe ed i fiori spontanei disponibili?

Solo una modesta percentuale delle erbe spontanee viene raccolta, il resto è parte integrante di complessi equilibri ecosistemici caratterizzati da un’elevata biodiversità, molto apprezzata soprattutto dalle api e dagli

insetti impollinatori. Con i fiori vengono infatti prodotti prelibati mieli dal  monoflora di tarassaco al millefiori, tutti biologici! Ospitiamo oltre 200 arnie di diversi apicoltori durante la primavera e l’estate!

E siamo anche dotati di un apiario didattico per scoprire il mondo delle api con i 5 sensi!

Parte delle erbe spontanee vengono anche raccolte in ambito didattico/formativo durante gli eventi aperti al pubblico e le settimane estive.

Sono presenti molte altre specie di piante spontanee edibili, che possono essere raccolte su ordinazione come ad esempio il sambuco, la salvia dei prati e le rose selvatiche!

 

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Bibliografia

Fiorentin, R., & Tasinazzo, S. (2022). Piante e habitat dell’Altopiano di Asiago. Agorà Factory 

Mattirolo, O., Gallino, B., & Pallavicini, G. (2017). Phytoalimurgia pedemontana. Come alimentarsi con le piante selvatiche. Ediz. illustrata. Blu Edizioni 

Simonetti, G., & Watschinger, M. (1994). Erbe di campi e prati. Mondadori 

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